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NOI CI FERMIAMO QUI


NOI CI FERMIAMO QUI!


Ecco il dono per chi ha versato un contributo al “Comitato Pazzi per Torino” per salvare il Salone del Libro.

Si tratta di una stampa di un’opera che l’artista Sabrina Rocca ha realizzato per noi.

Con Eppela, la piattaforma di crowdfunding, abbiamo scelto questa forma di “ricompensa” per tutti i sottoscrittori.

L’opera non conterrà, come previsto in origine, sul dorso di ciascun libro, i nomi di tutti i salvatori del Salone, perché ci fermiamo qui.

Perché ci fermiamo qui?


Ci ha preoccupato lo scioglimento e la liquidazione della Fondazione per Libro.


Apprendere poi che il marchio ed i beni ad esso collegati sarebbero stati messi all’asta, ci ha spinti a riunirci.

La lettura del bando di vendita, in particolare laddove si ordina “ che l’aggiudicatario dell’asta si impegni già in sede di partecipazione alla stessa ad assicurare la continuità delle attività culturali svolte dal Salone del Libro, direttamente o tramite terzi affidatari, in ragione del fatto che il compendio vincolato è testimonianza e ricaduta materiale di una attività culturale di grande rilievo la cui permanenza nel panorama culturale nazionale è di interesse generale” ci ha ulteriormente convinti che non si poteva rimanere fermi. Bisognava agire.

Il fatto cioè che il marchio e la continuità del Salone potessero migrare altrove, privando ancora una volta la nostra Città di un’eccellenza con forti ricadute economiche, sociali e culturali, ci ha allarmato.

Per questo abbiamo promosso la raccolta fondi. Perché il salone del Libro resti a Torino.

La risposta è stata straordinaria, sia in termini di partecipazione sia di contributi economici, ma soprattutto abbiamo stimolato un più ampio dibattito sul futuro del Salone.

Restituiremo tutto ciò che il Comitato riceve, ma dobbiamo dire stop ai contributi.

Ci fermiamo perché le dichiarazioni pubbliche di chi ha la responsabilità di difendere il marchio e organizzare la prossima kermesse hanno escluso in maniera categorica che vi sia un pericolo per il Salone.

A rischiare, semmai, sarebbe il marchio. Ma anche qui risulterebbe che vi siano delle “offerte che si sono già palesate”, garantendone la continuità.

Non possiamo che fare il tifo per chi ha il nostro medesimo obiettivo: che il marchio e con esso il Salone restino a Torino.

Missione compiuta dunque? Per quanto ci riguarda sì.

Se il Salone resta a Torino, sì.

L’energia positiva e propositiva, generata insieme a tanta parte della comunità cittadina, è ora patrimonio del Salone.

A noi il compito di non disperderla, alle Istituzioni la responsabilità di non deluderla.

Una storia così non si cancella!



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